venerdì 11 ottobre 2024

Monografica sulla Luna.

Monografica sulla Luna

C’è stato un tempo nel nostro passato remoto in cui la nostra Terra non aveva una compagna cosmica. Poi, in un lasso di tempo breve anche per una vita umana, fu la Luna. Era una Luna “diversa” da come la osserviamo oggi ma ugualmente preziosa perché, forse, se quell’evento non fosse accaduto noi oggi non esisteremmo.

Figura 1 – Al 2024 è la più accurata mappa geologica globale della Luna mai prodotta. La scala è 1:2.500.000. La mappa è presentata con proiezione Mollweide.
Credit: Chinese Academy of Sciences via Xinhua/Alamy (31).

Questa monografia esplora in dettaglio, ma con un linguaggio accessibile a tutti, gli affascinanti aspetti astronomici e non della Luna, il nostro unico satellite naturale, con un occhio rivolto al passato e uno al futuro dell'esplorazione di questo corpo celeste. Esploreremo il nostro satellite dal tempo della sua formazione al suo futuro remoto passando per le fasi lunari, le sue caratteristiche geologiche, le sua esplorazione attraverso i miti antichi fino alla cultura pop moderna, questa pubblicazione vuole offrire uno sguardo approfondito sull'influenza e l'importanza della Luna sulla storia sulla cultura dell'umanità passata e presente. L’argomento verrà esposto con dovizia di particolari ma con un linguaggio divulgativo ma alcune parti necessiteranno di un po’ più di attenzione perché saranno più ricche di termini tecnici; nel complesso l’esposizione dei fatti sarà comunque accessibile a tutti.

Una piccola precisazione: tutte le fonti scientifiche utilizzate per la stesura di questo articolo sono in lingua inglese in quanto essa è la lingua internazionale della comunità scientifica. Per quanto possibile cercherò di utilizzare una terminologia corretta dal punto di vista scientifico e spesso dovrò adattare all’italiano termini tecnici che sono stati coniati in inglese con un accezione tecnica, non sempre esiste una traduzione perfetta italiano. Altre volte utilizzerò una terminologia non propria dell’italiano colloquiale al fine di essere più preciso. Si pensi alla differenza fra direzione e verso o al lato oscuro della luna tanto caro ad nu certo giornalismo quanto errato. In questo testo i due emisferi della Luna saranno il lato visibile o vicino e il lato lontano o nascosto. Il mio consiglio è sempre quello di annotare gli eventuali termini che si ignora, interrompere la lettura e cercarli in rete anche semplicemente si Wikipedia Italia. Non dovrebbe essere necessario farlo perché il senso generale del discorso dovrebbe essere chiaro anche se si ignora il significato di una parola.

Buona lettura.

I miti passati

Figura 2 - Statua di Selene, Pergamonmuseum, Berlino

Per gli abitanti “del bel paese là dove 'l sì suona[1] i miti più importanti, e culturalmente più vicini, sono quelli greci e romani ma personificazioni di divinità legate alla  Luna compaiono in tutto il mondo. Nell’antica Grecia la Luna era identificata con la titanide Selene, poi Artemide, per i romani Luna, per gli induisti Chandra (divinità maschile), in Egitto Khonsu e così a seguire innumerevoli altre divinità a volte maschili, a volte femminili, spesso collegate con miti e/o fasi dell’agricoltura, a volte pacifiche, a volte guerriere. Insomma: la Luna è, in varie forme, onnipresente nella cultura umana probabilmente già dalla preistoria. Ma su questo avremo modo di soffermarci più avanti.

I collegamenti con le fasi agricole sono probabilmente dovuti al fatto che diverse civiltà in tutto il mondo svilupparono calendari lunari e lunisolari allo scopo di regolare e di poter programmare le pratiche agricole e di caccia essenziali per il sostentamento. Nel ondo antico, privo di strumenti meccanici o elettronici per la misurazione del tempo, il poter determinare con ragionevole precisione il periodo migliore per la semina era di “vitale” importanza per la popolazione in quanto da questo potevano dipendere la qualità e la quantità dei raccolti e di conseguenza la disponibilità di sufficienti derrate.

I primi calendari erano basati sul ciclo delle fasi lunati, quello che oggi chiamiamo mese sinodico, e in un anno solare me ne si potevano contare 12 per un totale di 354 giorni. Il problema è che questo tipo di calendari non coincideva con l’anno solare e il ciclo delle stagioni. La discrepanza fra questi e il calendario moderno veniva colmata in vari modi. C’è chi aggiungeva ogni anno alcuni giorni noti come mese intercalare come in Mesopotamia. Nell’antico Egitto invece il calendario di 365 giorni seguiva il ciclo del sole ma era suddiviso in mesi di 30 giorni, chiaramente ispirati al mese lunare, e sincronizzato dal sorgere della stella Sirio che preannunciava le importantissime esondazioni del Nilo fondamentali per l’agricoltura locale. Una menzione la merita il Calendario metonico che consta di un ciclo di 19 anni solari o 235 lunazioni o mesi lunari. Su questo tipo di calendario lunisolare ancora oggi si basano il calendario ebraico e quello ecclesiastico cattolico i quali lo utilizzano per il calcolo ad esempio della Pasqua. I romani antichi aggiungevano agli altri 12 mesi e ad anni alterni un mese extra, il mercedonio, della durata di 22 giorni. Gli altri 12 mesi avevano, ancora una volta una durata di 29 o 30 giorni. Sempre i romani perfezionarono poi il calendario prima con quello giuliano per poi approdare nel rinascimento nel calendario gregoriano che è quello oggi in uso in quasi tutti i Paesi del mondo. Entrambi questi calendari sono solari.

Orbita della Luna

Figura 3 - Distanze minime, medie e massime della Luna dalla Terra con il suo diametro angolare visto dalla superficie terrestre. Distanze e dimensioni sono in scala.
Credit: Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International license.

La Luna orbita la Terra in direzione prograda. Questo è il più comune dei moti e lo si ha quando sia il corpo primario che il suo satellite si muovono lungo le loro orbite nello stesso verso. Immaginando di osservare il sistema solare da suo nord, questo verso è antiorario. Questo è dovuto al fatto che i corpi, salvo casi particolari, mantengono la rotazione della nube da cui hanno avuto origine. Diversamente si ha un moto retrogrado quando i due corpi ruotano in versi opposti. La direzione del moto, progrado o retrogrado, non fa riferimento solamente alla rivoluzione ma anche alla rotazione o alla precessione. Più avanti questi concetti ci torneranno utili e verranno meglio approfonditi.

Il moto retrogrado oltre che raro è indice del fatto che, nel passato della storia di un corpo celeste, è avvenuto qualcosa di peculiare. Ad esempio un evento di cattura, di espulsione o un impatto gigante.

L’orbita lunare è lievemente ellittica con un’eccentricità di 0,0549 che la porta a variare la sua distanza fra perigeo e apogeo, che a partire dal centro della Terra sono rispettivamente il punto più prossimo e più lontano della sua orbita, da 357’000 km a 407'000 km [13].  Attenzione perché questa non è la ragione per la quale la Luna a volte ci appare più grande. La differenza di diametro angolare della Luna fra perigeo e apogeo, la misura cioè del suo diametro misurata in gradi (quindi appunto un “angolo”) è difficilmente apprezzabile ad occhio nudo. La vera ragione per la quale la Luna a volte appare decisamente più grande è psicologica e trova la sua ragione nel fatto che quando la Luna è alta nel cielo ci mancano dei punti di riferimento che ci permettano di stimarne l’estensione. Viceversa quando questa è più bassa, vicina all’orizzonte, possiamo confrontarla con oggetti noti quali alberi o palazzi e questo ce la fa apparire più grande [14].

La luna orbita attorno alla Terra mentre quest’ultima orbita attorno al Sole. Questo complesso di moti reciproci fa si che definire il periodo di un moto necessiti un punto di riferimento preciso e da qui scaturisce la ragione di parte della numerosità dei moti lunari. La Luna come ogni altro satellite naturale compie moti di rotazione (attorno al proprio asse), di rivoluzione (attorno al centro di massa col suo primario) e di traslazione (attorno al sole assieme al suo primario). La risultante della combinazione di questi moti più alcune complesse interazioni gravitazionali risulta in una vasta serie di moti, periodi orbitali e cicli. Vediamone i principali un po’ più nel dettaglio:

Figura 4 -  Rappresentazione dei moti lunari di rotazione (verde), precessione (blu) e nutazione (rosso). Sia la precessione che la nutazione sono moti retrogradi mentre la rotazione e la rivoluzione (non illustrata) sono progradi.

Credit: User Herbye (German Wikipedia). Designed by Dr. H. Sulzer.

a)      La nutazione. È un moto di oscillazione dell’asse di rotazione attorno al cerchio della precessione, ha un periodo uguale alla metà della rivoluzione tropica (13,66 giorni medi). Il polo vero percorre attorno al polo medio una piccolissima ellisse con asse maggiore ampio 0,089”.

b)      Il mese sinodico. (29d 12h 44’ 2,9”) È il periodo (medio) che intercorre fra due fasi lunati uguali, ad esempio due lune piene ed è misurato in relazione all’allineamento fra la Terra, Il sole e la Luna che è appunto ciò che determina le fasi lunari o lunazioni. Il suo nome significa letteralmente “relativo al sinodo”, cioè all’incontro. L’incontro è quello fra Luna e Sole.

Ma perché “periodo “medio”? la ragione è la non circolarità dell’orbita la quale, per il principio di conservazione del momento angolare fa si che la velocità orbitale al periapside sia maggiore che all’apoapside. Gli  apsidi sono i punti mi maggiore e minore avvicinamento di un corpo orbitante rispetto al suo primario.

c)      Il mese siderale. (27g 7h 43’ 11,6”) È il periodo orbitale (medio) misurato rispetto all’International Celestial Reference Frame (Sistema di Riferimento Celeste Internazionale) [15 16 17], che può essere approssimata con le stelle fisse. È leggermente più breve del mese sinodico perché mentre la Luna orbita attorno alla terra questa si muove lungo la sua orbita attorno al Sole quindi al completamento di un mese siderale la Luna deve avanzare ancora un po’ per raggiungere nuovamente l’allineamento Sole-Terra-Luna. Un anno gregoriano consta infatti di 13,37 mesi siderali e 12,37 mesi sinodici.

d)      Il mese tropico. (27d 7h 43’ 4,7”) È il periodo che intercorre fra due consecutivi passaggi della Luna nel punto del suo equinozio.

e)      Il mese draconico. (27d 5h 5’ 35,8”) Questo mese prende il nome dal drago mitologico che ha la sua residenza nei nodi lunari e che durante le eclissi mangia il Sole o la Luna. Corrisponde all’intervallo di tempo fra due passaggi della Luna sullo stesso nodo. È dovuto al fatto che il Sole esercita una coppia, un momento torcente, sul momento angolare del sistema Terra-Luna.

f)        La retrodatazione dei nodi. L’orbita lunare è leggermente inclinata rispetto al piano dell’ecclittica terrestre, 5°,9’, e questo fa si che periodicamente questa lo attraversi. I punti in cui avviene questo attraversamento sono detti nodi. I due nodi sono chiamati ascendente quando la Luna passa all’emisfero nord dell’ecclittica e discendente quando passa a quello sud. L’eclittica è il piano su cui giace l’orbita terrestre. La linea che unisce questi punti è detta linea dei nodi. Questa linea, per via delle interazioni gravitazionali ruota in senso retrogrado di circa 19,33° e compie una rotazione completa in 18,5996 anni.

g)       La precessione degli apsidi o precessione anomalistica. In 8,85 anni la linea che congiunge gli apsidi, che come abbiamo già visto sono i punti più lontano e più vicino dell’orbita compie una rotazione completa in senso retrogrado. Il nome è dovuto al fatto che in un sistema di riferimento polare la coordinata angolare è detta anomalia. Il fatto che la retrogradazione dei nodi e la precessioni anomalistica non siano sincrone può sembrare controintuitivo ma mentre la prima è una rotazione conica la seconda è una rotazione  dell’orbita su un piano.

h)      Il moto di recessione. La Luna vanta un primato all’interno del sistema solare. Essa è infatti il satellite naturale più grande in relazione al suo primario. Farebbe eccezione il sistema Plutone-Caronte se Plutone fosse ancora considerato un pianeta. La Luna è circa un quarto in diametro rispetto alla Terra è 1/81 in massa e questo fatto fa si che il sistema si discosti un po’ da quanto predetto dalle leggi di Keplero. La ragione è che i due corpi, per via della lodo distanza e rapporto fra le masse non possono essere considerati puntiformi. Una delle conseguenze più notevoli di questa configurazione non è tanto il blocco mareale, con la sua più appariscente conseguenza e cioè il fatto che dalla Terra possiamo osservare sempre e solo un lato della Luna, quanto piuttosto il fatto che le maree oceaniche e crostali che la Luna causa sulla Terra ne stanno rallentando la rotazione di circa 2 millisecondi ogni secolo. Può non sembrare tanto ma in tempi geologici ha modificato la durata del giorno di ore. Questo rallentamento significa che la durata del giorno terrestre sta lentamente aumentando e di conseguenza per via del principio di conservazione del momento angolare del sistema Terra-Luna i due corpi sono in recessione. La Luna infatti è ogni anno circa  [Errore. L'origine riferimento non è stata trovata.] più lontana. Una misurazione così precisa è possibile grazia ad alcuni retro riflettori posizionati sulla superficie della Luna durante le missioni Apollo [19 20 21] che, con pace dei negazionisti,  vengono colpiti da fasci laser inviati dalla Terra. Essendo la velocità della luce un valore noto, dal tempo di ritardo del segnale di ritorno si può calcolare la distanza percorsa. 1,3 secondi luce circa in sola andata.

Figura 5 - LRRR Lunar Ranging Tetro Reflector della missione Apollo 15. In totale sulla luna si trovano 5 retroriflettori. E sono dalle missioni Apollo 11, 14 e 15, due dalle Lunokhod 1 e 2 e uno dalla Chandrayaan-3.
Credit: NASA-ALSEP AS15-85-11468 [21]

i)        Il moto di librazione. Come abbiamo visto la Luna è marealmente bloccata alla Terra. Verrebbe quindi da pensare che, al netto delle approssimazioni geometriche,  se ne possa osservare solo il 50% della superficie. Ma qui entra in gioco Keplero con la prima delle sue leggi e l’inclinazione dell’asse di rotazione della Luna che è di 6°41’. Come ci insegna Keplero l’orbita della Luna è ellittica, questo fatto porta come corollario che velocità orbitale varia con un massimo al perigeo e un minimo all’apogeo. Ma siccome la sua velocità di rotazione è pressoché costante noi di fatto riusciamo ad osservare circa il 59% della sua superficie.

Figura 6 - Fasi lunari e librazione.

Credit: NASA Goddard [18]

j)        Il ciclo di Saros. (18y 11d 8h 42’) Corrisponde al periodo dopo il quale sulla Terra si ripeterà un eclissi uguale ad una precedente. Corrisponde, con ottima approssimazione, a 223 mesi sinodici, 239 mesi anomalistici o 242 mesi draconici.

k)       L’Exeligmos. Circa 54y 33g. Corrisponde a 3 cicli di Saros.

l)        Il ciclo Inex. 10'571,95 g o 29y meno 20g.

m)    L’anno draconico. (346g 14h 52’ 54,34”) È il periodo che intercorre fra due passaggi del Sole sullo stesso nodo lunare.

n)      Il ciclo metonico. Ideato da Metone di Atene, corrisponde a 19 anni solari o circa 235 mesi sinodici o 6940g.

Questi concetti ci saranno utili per capire il meccanismo alla base delle eclissi sia solari che lunari.

L’esplorazione passata della Luna

L’osservazione dei moti della Luna, almeno quelli principali osservabili senza l’ausilio di strumenti, è probabilmente tanto antica quanto l’umanità e le ragioni pratiche le ho esposte quando ho scritto dei primi calendari lunari e lunisolari. Ma la prima traccia di numerazione possibilmente correlata col ciclo lunare è l’osso di Ishango, un reperto archeologico scoperto nel 1960 geologo belga Jean de Heinzelin de Braucourt in quello che al tempo era il Congo belga, una alquanto sfortunata colonia belga del secolo scorso. È  datato a oltre 20’000 anni fa, alcune fonti arrivano a 90’000 [2 3] ma si tratta di preprint, quindi di documenti che non hanno ancora superato il vaglio del controllo paritario della comunità scientifica. Le stime più probabili sono però quelle intorno ai 22’000 anni da oggi ma anche su queste gravano delle incertezze legate ad una contaminazione vulcanica del campione archeologico [4]. La comunità scientifica è però concorde nel ritenere i segni incisi su quest’osso come una forma di numerazione pur mantenendo vivo il dubbio circa il fatto che si trattasse di una notazione del mese lunare o di qualcosa ad esso correlato come il ciclo mestruale della donna.

Dobbiamo prestare molta attenzione al non confondere la correlazione fra due eventi, quindi la loro similitudine in qualche aspetto o sotto un certo punto di vista, con la loro relazione causale. Avremo modo di rivedere quando parleremo dei miti legati alla Luna sopravvissuti fino ad oggi.

Un meme popolare nella comunità scientifica asserisce che:

tutte le persone che confondono correlazione e causalità muoiono”.

Le osservazioni, in tutto il mondo, furono perfezionate grazie all’ausilio di strumenti in grado di misurare angoli, e poi tempi, sempre più precisi tanto che la posizione orbitale della Luna fu utilizzata anche per i primi calcoli trigonometrici astronomici finalizzati alla determinazione delle distanze, prima relative e poi assolute, all’interno del sistema solare. Il problema della “scala delle distanze” in astronomia [10] (in inglese  the cosmic distance ladder) è un altro argomento affascinante che trova le sue radici occidentali nella Grecia antica e sfocia nella moderna cosmologia e nella misura della costante di Hubble.

Altri due significativi passaggi della staffetta si ebbero con l’utilizzo da parte di Galilei degli strumenti ottici prima e con l’avvento dell’era spaziale poi. In particolare furono i russi ad effettuare le prime osservazioni della Luna “dallo” spazio. Lo fecero con le sonde elle missioni Luna [6], dalla 14 alla 24, che prima sorvolarono il nostro satellite (Luna 1, gennaio 1959), poi vi impattarono (Luna 2, settembre dello stesso anno) per poi osservare il lato a noi perennemente nascosto (Luna 3, ottobre sempre del 1959) e così avanti fino al primo lander (Luna 9, nel 1966) e nello stesso anno di quest’ultimo il primo orbiter con la missione Luna 10.


Figura 7 Il Sole ha un nuovo pianeta. La notte del 2 gennaio da imprecisata località dell’Unione Sovietica venne lanciato il “Lunik”, razzo cosmico che avrebbe dovuto raggiungere la Luna. Ma il Missile, sfuggendo all’attrazione esercitata dal satellite, continuò la sua velocissima corsa verso gli negli interplanetari e, giunto a circa 500.000 chilometri dalla Terra, si mise in orbita attorno al Sole di cui diventò pianeta. Il pittore Walter Molino raffigura il missile cosmico nel momento in cui, dopo essere passato a poco più di 6.000 chilometri dalla Luna, prosegue il suo viaggio verso il Sole.


Figura 8 Obiettivo Luna. Dopo  il fallimento del Lunik I che, lanciato il 2 gennaio, è passato solo nelle vicinanze della Luna e ha continuato a solcare lo spazio in direzione del Sole diventando un planetoide artificiale, i sovietici lanciano il 12 settembre, un altro satellite È il Lunik II (389 kg), ma anche questo, invece di entrare in orbita intorno al nostro satellite, si schianta sulla sua superficie. ln ottobre finalmente parte il Lunik III che, inserito esattamente in un'orbita comprendente insieme la Tera e la Luna, riuscirà a trasmettere per la prima volta una fotografia della faccia nascosta delta Luna.

 

Un fatto curioso è che la sonda Luna 1, dopo aver mancato il bersaglio, fini per essere il primo oggetto artificiale in orbita attorno al Sole.

Nel 1969 fu poi il turno degli statunitensi che col programma Apollo [7] e in particolare con la missione Apollo 11 portarono i primi umani sulla superficie. Complessivamente le missioni del programma Apollo portarono a Terra 381,7 kg di materiale prelevato dalla superficie lunare. Purtroppo questo straordinario traguardo costo anche delle vite anche umane, in particolare la NASA perse tre astronauti a causa dell’incidente dell’Apollo 1. La missione prima di allora era nota solo con un codice: AS-204. La decisione di rinominare la missione avvenne sotto la pressione soprattutto delle vedove dei tre astronauti.

E solo a questo punto che le ipotesi circa l’origine del nostro satellite possono evolversi in solide teorie scientifiche. I campioni di suolo lunare si rivelarono utilissimi e preziosi al punto che ancor oggi, più di mezzo secolo dopo, continuano ad essere oggetto di studio e fonte di scoperte scientifiche [5].

Dal quello storico balzo per il genere umano in poi sono stati formulati, falsificati e perfezionati diversi modelli della formazione Lunare. Vediamone alcuni:

A        Modello della cattura

B        Modello della fissione

C       Modello dell’accrezione

D       Modello dell’impatto

Prima di esaminare i pro e i contro di ogni modello con le relative prove e falsificazioni è utile esporre qualche accenno alle peculiarità della Luna e del sistema Terra-Luna.

Peculiarità della Luna

La nostra luna vanta un primato all’interno del sistema solare: è la più grande in relazione al suo primario. Farebbe eccezione il sistema Plutone-Caronte se Plutone fosse ancora considerato un pianeta. Cosa che non è più “vera” dal 2006 in quanto non rientra più nei controversi parametri che definiscono cosa sia un pianeta.

La Luna non solo è gigante ma ha anche un nucleo minuscolo in proporzione alle sue dimensioni. Questo infatti occupa solo il 20% del suo diametro contro il 50% di quello terrestre.

In più dalle missioni Apollo in poi sappiamo che essa è isotopicamente quasi identica al mantello terrestre. Gli isotopi sono varianti di una specie chimica che sono, semplificando, chimicamente identiche ma differiscono per il numero di neutroni contenuti nel loro nucleo e hanno quindi un diverso peso atomico. A seconda di dove un corpo si è formato all’interno del disco protoplanetario della sua stella, quindi se in una posizione più o meno interna, il suo rapporto isotopico sarà diverso. Il disco protoplanetario è quel disco di polveri e gas che circonda le giovani stelle e dal quale hanno origine i pianeti e i corpi minori.

E, fatto notevole, oggi sappiamo che la Luan è coeva della terra.

Modello della cattura gravitazionale

Teoria della Luna moglie

Questo modello non presenta problemi per quanto riguarda la dimensione del satellite e il suo blocco mareale ma oltre ad essere estremamente improbabile, per via del fatto che un simile incontro normalmente si conclude con una collisione dei corpi o in una forte alterazione delle loro orbite, richiede che la Terra primordiale avesse un’atmosfera molto più estesa di quella attuale capace di un freno aerodinamico sufficiente per la cattura ma non eccessivo al punto da far spiraleggiare il nuovo satellite fino alla collisione. La tecnica del freno aerodinamico, o aerobraking in inglese, è infatti comunemente utilizzata in astronautica per decelerare le sonde in modo da poter effettuare un inserimento controllato e “dolce” in atmosfera al fine di posare un lander sulla superficie. Questa è una manovra delicata e critica per ogni missione spaziale che richiede non poca precisione e l’ausilio dei propulsori per aggiustare man mano traiettoria e velocità. Questo dovrebbe rendere l’idea di quanto questo tipo di eventi sia improbabile.

Oltre questo fatto il modello fallisce nello spiegare la composizione isotopica dei due corpi. Qui tornano in gioco i campioni lunari raccolti durante le missioni Apollo. Analizzandoli ci siamo resi conto che Terra e Luna hanno la stessa composizione isotopica, al netto di alcune parti per milione, e questo va in contrasto col modello di cattura rendendolo ancora più problematico rispetto a quanto già fanno le dinamiche orbitali. Più avanti ritorneremo sul discorso degli isotopi perché ci sarà utile per la comprensione di alcuni dettagli di un altro modello di formazione della Luna.

Figura 9 - Sistema Terra-Luna ripreso dal Thermal Emission Imaging System (THEMIS) a bordo di Mars Odissey in banda infrarossa. La data è il 19 aprile 2001e la distanza era di 3563735 km dalla terra.
Credit: NASA/JPL/Arizona State University [11]

Modello della fissione o del distacco

Teoria della Luna figlia

Fu proposta per la prima volta nel 1879 da Sir George Howard Darwin; avvocato ed astronomo inglese secondogenito di Charles Robert Darwin (il padre della teoria dell’evoluzione). La formulazione originale di questo modello voleva che la Luna si fosse staccata per forza centrifuga dal bacino dell’oceano Pacifico. Questo modello può giustificare la composizione isotopica della Luna e anche il suo nucleo relativamente piccolo ma fallisce quando vi va a misurare il momento angolare del sistema. La Terra, per essere in accordo col modello Darwin-Fisher, oggi dovrebbe rorate 4 volte più velocemente e ancora di più nel passato. Inoltre oggi sappiamo che il bacino del Pacifico ha circa 70 milioni di anni e non è all’origine della deriva dei continenti come pristinamente ipotizzato da Darwin figlio. Questo modello è ormai da tempo ritenuto obsoleto e completamente falsificato.

Modello della coaccrezione o della formazione unica

Teoria della Luna sorella

Questo modello descrive la formazione del sistema Terra-Luna come risultato di un unico processo di accrezione che ha dato vita ai due corpi contemporaneamente da una stessa porzione del disco protoplanetario. Può rendere conto della somiglianza isotopica dei due corpi ma fallisce nello spiegare perché la Terra abbia accresciuto così tanti elementi pesanti in più rispetto alla Luna. In pratica non spiega le ridotte dimensioni relative del nucleo lunare. Se i due corpi si fossero formati sulla stessa orbita o su orbite molto vicine dovrebbero avere all’incirca le stesse proporzioni di elementi chimici. Inoltre questo modello non spiega l’enorme momento angolare del sistema terra-Luna.

Modello dell’impatto gigante o eiezione da impatto

Questo modello è, ad oggi, il più accreditato presso la comunità scientifica. Esso descrive uno scenario in cui la Luna è il risultato dell’accrezione del materiale espulso da un immane impatto fra la Terra primordiale e un planetoide delle dimensioni approssimativamente di Marte chiamato Theia. I pregi di questo modello sono il fatto di spiegare la composizione isotopica del nostro satellite naturale e non presenta particolari problemi dal punto di vista della meccanica celeste.

Lascia però aperta la questione circa la dicotomia topografica fra il lato visibile e quello nascosto del nostro satellite naturale. Pianeggiante il primo e ricco di “mari” e montagnoso il secondo con un solo piccolo mare: il Mare Moscoviense. I mari lunari sono ampie distese laviche pressoché pianeggianti.

Di questo modello esistono però delle varianti. Una di queste vuole che la Luna, dopo l’impatto che ne scagliò in orbita il materiale, si formò come corpo doppio il più piccolo dei quali orbitava probabilmente come troiano della Luna maggiore. I troiani sono corpi minori che orbitano prima o dopo un satellite o pianeta sulla sua stessa orbita ma precedendolo o seguendolo di 60° nei punti di Lagrange noti come L4 ed L5. Questi sono particolari punti nello spazio in cui le forze gravitazionali e centrifughe di un sistema di corpi in orbita si bilanciano in modo tale da creare condizioni orbitali metastabili. In astronautica, per via dei vantaggi che offrono, vengono ampiamente utilizzati per farvici orbitare attorno satelliti e telescopi come ad esempio il James Webb Space Telescope (JWST) in L2 o il Solar and Heliospheric Observatory (SOHO) in L1.

Le simulazioni ci dicono che una luna troiana della nostra sarebbe stabile per un periodo di alcune decine di milioni di anni (26) prima di precipitare sul satellite principale a bassa velocità: circa . Le simulazioni di questo impatto dimostrano che una luna compagna con un grande rapporto di dimensioni Luna/luna, con quest’ultima avente un diametro di 1200 km, si accumulerebbe piuttosto che formare un cratere. Nelle più recenti simulazioni di questo scenario la Luna ha un nucleo ferroso, un mantello di magma e una crosta appena solidificata. In conseguenza dell’impatto il mantello della Luna maggiore verrebbe spinto in direzione opposta a quella dell’impatto e questo giustificherebbe sia la dicotomia composizionale dei due emisferi, con un Procellarum KREEP Terrane (PKT) (potassium/rare-earth element/phosphorus) avente una crosta fine e più evoluta rispetto agli altopiani del lato nascosto che sono invece più ricchi in feldspati, sia un gradiente di densità che avrebbe poi portato, in seguito al blocco mareale, quello specifico lato ad essere quello permanentemente visibile dalla Terra.

KREEP è un acronimo che si basa in parte sull’inglese e in parte sul simbolo degli elementi sulla tavola periodica degli elementi di Mendeleev nella quale il potassio è K (da kalium) e il fosforo è P (dal gr. ϕωσϕόρος «portatore di luce») mentre RE sono le terre rare: un insieme di elementi non rari nella crosta terrestre ma raramente presenti in concentrazioni economicamente vantaggiose per l’industria mineraria.

Figura 10 – Età e composizione dei mari basaltici in PKT.

Credit: Qian, Y., She, Z., He, Q. et al. Mineralogy and chronology of the young mare volcanism in the Procellarum-KREEP-Terrane. Nat Astron 7, 287–297 (2023). https://doi.org/10.1038/s41550-022-01862-1 (32).

A questo punto si necessita di capire cosa sono i KREEP e perché sono importanti al fine della comprensione dell’evoluzione geologica della Luna. Ci viene in aiuto un altro studio pubblicato su Nature Astronomy (32) che indaga la mineralogia e la cronologia dei giovani basalti dei mari lunari trovati principalmente nel Procellarum-KREEP-Terrane (PKT) utilizzando i dati, di nuovo, delle missioni cinesi Chang'e-3 e Chang'e-5. Chang'e-5 è atterrata su un'unità di basalti di mare giovane denominata Em4 che si trova nella regione settentrionale dell'Oceanus Procellarum ed è stata identificata come la quarta unità di basalto di età Eratosteniana nella regione.  Sappiamo che questa regione è giovane perché è stata determinata tramite datazione radiometrica dei campioni rientrati a Terra.

Gli autori hanno scoperto che questi basalti, in particolare quelli campioni da Chang'e-5, contengono meno olivina del previsto, suggerendo che potrebbero essere più evoluti di quanto si pensasse in precedenza soprattutto per via della scoperta che mostrano un aumento dell'abbondanza di TiO2 (diossido di titanio) nel tempo. Questo dato è stato confermato da analisi spettroscopiche orbitali che hanno mostrato che la caratteristica spettrale a 1 µm precedentemente attribuita all'olivina è più probabilmente dovuta alla presenza di clinopirosseno ad alto contenuto di calcio. Lo studio evidenzia un significativo vulcanismo dei mari ancora attivo circa 2 miliardi di anni fa, quindi relativamente recente per la Luna, che suggerisce la possibile necessità di una fonte di calore aggiuntivo per spiegare questo vulcanismo tardivo.

Il modello prevede anche che le rocce della crosta anortositica lunare abbiano due età diverse a causa della crosta più antica della luna che impatta (27) e che la crosta del lato nascosto sia più spessa di quella del alto visibile. Ciò è coerente con l'ampia diffusione osservata nelle età della crosta lunare misurate (28). Un'altra previsione di questo modello è un gradiente termico sbilanciato dal centro col lato visibile più caldo e questo spiegherebbe la sovrabbondanza di mari su questo lato e la loro quasi totale assenza sul lato nascosto.

Vale la pena spendere due parole per capire perché un sistema multi luna terrestre è instabile soprattutto alla luce del fatto che il sistema solare ci offre alcuni esempi di pianeti con numerose decine di lune con un ampio ventaglio di taglie; si pensi a Giove e Saturno che contano rispettivamente 95 e 146 satelliti naturali le cui orbite sono stabili da ben più delle poche decine di milioni di anni stimati affinché le due lune terrestri coalescessero. Si, lo so che “coalescere” è un verbo difettivo e che volerlo coniugare a tutti i costi sa di nerd o di saccenza ma nel linguaggio tecnico è il verbo giusto da utilizzare in questo caso.

Un’altra prova a sostegno di questo modello ci è stata fornita dalla missione Gravity Recovery and Interior Laboratory (GRAIL) che ha prodotto un’accuratissima mappa gravitazionale del nostro satellite naturale. Ipersemplificando questa missione consisteva di due orbiter che si inseguivano e la cui variazione reciproca di posizione poteva essere convertita in una misura della gravità in quel punto dell’orbita.

Le ragioni questo sono:

·         Rapida evoluzione orbitale: Una delle ragioni principali dell'instabilità è la rapida velocità con cui le orbite dei satelliti evolvono a causa dell'interazione mareale con la Terra. I satelliti che si formano vicino alla Terra, anche con valori di dissipazione mareale tipici di corpi solidi (Q), migrano verso l'esterno a causa del trasferimento di momento angolare dalla rotazione terrestre. Questo processo avviene su tempi scala di 10^7 - 10^8 anni, molto più rapidi rispetto ai tempi di evoluzione mareale attorno ai giganti gassosi.

·         Importanza delle maree terrestri: A differenza dei sistemi con giganti gassosi, dove le maree satellitari dominano l'evoluzione dell'eccentricità orbitale, nei sistemi terrestri le maree terrestri giocano un ruolo significativo nell'aumentare l'eccentricità dei satelliti. Questo perché i valori di Q della Terra sono relativamente vicini a quelli dei satelliti, risultando in un'influenza non trascurabile delle maree terrestri sull'evoluzione orbitale. L'aumento dell'eccentricità orbitale, a sua volta, può destabilizzare le risonanze orbitali e aumentare la probabilità di collisioni tra i satelliti.

·         Risonanze orbitali: Le risonanze orbitali, in cui i periodi orbitali di due o più corpi sono in rapporto di numeri interi, possono sia stabilizzare che destabilizzare un sistema multi-luna. Tuttavia, nei sistemi terrestri, la rapida evoluzione orbitale e l'influenza delle maree terrestri rendono le risonanze generalmente destabilizzanti.

·         Scattering di detriti: Le simulazioni di formazione del sistema Terra-Luna suggeriscono che i proto-satelliti più grandi che si formano vicino al bordo esterno del limite di Roche sono molto efficienti nello spargere i detriti più piccoli verso l'interno, portando alla collisione con la Terra o con il satellite più grande. Questo processo riduce ulteriormente la probabilità di formazione di sistemi multi-luna stabili.

In sintesi, la combinazione di una rapida evoluzione orbitale guidata dalle maree, l'influenza destabilizzante delle maree terrestri sull'eccentricità orbitale e l'efficiente scattering di detriti da parte dei satelliti più grandi rende i sistemi multi-luna attorno alla Terra intrinsecamente instabili.

Figura - 11 Struttura interna post-impatto. Vista bidimensionale della distribuzione post-impatto di strati di materiali del bersaglio e dell’impattante per il caso della simulazione di impatto frontale. La luna compagna è entrata in collisione da destra, accrescendosi come un cumulo e producendo gli altopiani lunari del lato nascosto nel nostro modello. Il grigio e l'azzurro chiaro corrispondono rispettivamente al mantello e alla crosta della luna compagna. L'oceano di magma residuo inizialmente globale (giallo) è spostato nell'emisfero opposto, portando a una distribuzione asimmetrica di KREEP. La crosta iniziale spessa 20 km del bersaglio (bianco) è scarsamente risolta nel codice e non mostrata in scala.

Credit: Jutzi, M., Asphaug, E. Forming the lunar farside highlands by accretion of a companion moon. Nature 476, 69–72 (2011). https://doi.org/10.1038/nature10289

 

Figura 12 - Collisione Luna/luna compagna. Utilizziamo SPH per simulare le collisioni tra la Luna e una luna compagna da uno dei punti troiani Terra-Luna, per esplorare se gli altopiani del lato lontano della Luna e il suo terreno ricco di KREEP sul lato vicino possono essere spiegati da questo accrescimento lento e tardivo. Le istantanee (t, tempo di simulazione) mostrano il caso di un impatto di 2,4 km s, 45° di una luna troiana di 1.270 km di diametro che impatta sulla Luna di 3.500 km di diametro. I colori rappresentati indicano la crosta dell'impatto (azzurro chiaro), il mantello dell'impatto (blu scuro), la crosta bersaglio (grigio) e uno strato di materiale del mantello superiore bersaglio (giallo) che rappresenta un oceano di magma. La maggior parte dell'impattore è accresciuta come uno strato a forma di pancake, formando una regione montuosa paragonabile per estensione agli altopiani del lato nascosto della Luna.

Credit: Jutzi, M., Asphaug, E. Forming the lunar farside highlands by accretion of a companion moon. Nature 476, 69–72 (2011). https://doi.org/10.1038/nature10289

Satellite o Pianeta?

E se la nostra Luna non fosse una luna ma un pianeta? Può sembrare una domanda sciocca ma non lo è. L’IAU (International Astronomical Union) in data 24 agosto 2006, in seguito all’assemblea generale tenutasi a Praga ha redato un documento contenente la risoluzione B5 in cui viene esplicitata una definizione di cosa sia un pianeta (29). Questa data vede il numero dei pianeti del sistema solare ridursi da 9 a 8 in seguito all’esclusione di Plutone che diventa un pianeta nano.

Non è passato molto tempo da quella data prima che qualcuno facesse notare (8) che la Luna rispetta tutti e tre i criteri elencati in quel poco fortunato documento e che quindi sarebbe corretto catalogarla come pianeta.

Tecnicamente anche un oggetto in orbita attorno alla Terra , come la Luna stessa, è “principalmente” in orbita attorno al Sole. La ragione per cui questo fatto risulta controintuitivo risiede principalmente nell’errato modo di rappresentare le orbite dei satelliti (naturali e artificiali) in modo altamente distorto e completamente fuori scala. Ma andiamo un po’ più nel dettaglio:

·         Sebbene il baricentro orbitale del sistema Terra-Luna si trovi all'interno della Terra a circa mille km di profondità dalla superficie, il che esclude la classificazione come "pianeta doppio" secondo alcune proposte in quanto in un sistema doppio il baricentro deve trovarsi all’esterno di entrambi i corpi. La Luna soddisfa tutti e tre i criteri della IAU per essere definita un pianeta; nello specifico:

      Orbitare attorno al Sole: La Luna ha un'orbita eliocentrica, il che significa che orbita attorno al Sole. Anche se la Luna è influenzata dalla gravità terrestre, la forza gravitazionale del Sole sulla Luna è maggiore.

      Avere una forma sferica: La Luna ha diametri equatoriale e polare (1738.1 km - 1736.0 km) che differiscono solo dello 0,12%, il che dimostra che la sua forma è sferica. La sua struttura interna indica anche un corpo planetario in equilibrio idrostatico.

      Aver ripulito la propria zona orbitale: La Luna ha una massa sufficientemente grande da aver ripulito la sua zona orbitale, superando il criterio del “discriminante planetario” proposto da Soter e la massa minima necessaria secondo i calcoli di Margot. Non ci soffermeremo su questi dettagli.

Sono inoltre state proposte le definizioni di definizioni per "pianeta doppio", "pianeta nano doppio" e "pianeta satellite" per integrare le definizioni IAU esistenti. Questo renderebbe la tassonomia meno ambigua e con l’agguinta del criterio di formazione si eviterebbero ulteriori complicazione legate agli esopianeti.

Figura 13 - Immagine che mostra illustrazioni corrette e errate dell'orbita della Luna tratte dal Manuale di astronomia di Young [9]. La Figura 66 nell’immagine rappresenta correttamente il percorso orbitale della Luna sempre concavo verso il sole. La Figura 67 rappresenta erroneamente l’orbita della Luna con un periodo più breve e sempre concava verso la Terra. La Figura 68 rappresenta erroneamente la Luna che completa i giri attorno alla Terra.
Credit: Russell, David. (2017). The Moon Meets All Requirements of the IAU Definition for “Planet”. International Journal of Astronomy and Astrophysics. 07. 291-302. 10.4236/ijaa.2017.74024.

Le eclissi

Le eclissi sono state a lungo fonte di stupore e timore per l'umanità, ispirando miti e leggende in varie culture. Gli antichi spesso interpretavano le eclissi come eventi soprannaturali o segni divini.

  • Gli antichi cinesi, ad esempio, credevano che un drago stesse divorando il Sole durante un'eclissi solare. Per spaventare la bestia e riportare la luce, la gente faceva rumore sbattendo pentole e tamburi e scagliando frecce nel cielo. Questa è la ragione per la quale i nodi lunari (ascendente e discendente) sono noti come case del drago e il mese che intercorre fra due passaggi consecutivi della Luna in un nodo è detto mese draconico.
  • Allo stesso modo, gli antichi giapponesi coprivano i loro pozzi durante le eclissi solari per proteggere l'acqua dal veleno del drago.
  • A Tahiti, le eclissi erano viste come il matrimonio del Sole e della Luna.
  • Cristoforo Colombo sfruttò la paura delle eclissi per ottenere provviste dagli indigeni americani. Predisse un'eclissi lunare e, quando questa si verificò, la usò come prova della collera divina, convincendo gli indigeni a fornirgli ciò di cui aveva bisogno.
  • Lo storico greco Erodoto descrisse come un'eclissi solare nel 858 a.C. portò alla fine di una guerra tra i Lidi e i Medi, poiché entrambi gli eserciti interpretarono l'evento come un segno divino per cessare i combattimenti.

Anche nei tempi moderni, le eclissi sono rimaste oggetti di grande fascino. L'eclissi totale di Sole del 1919, ad esempio, ha fornito una prova cruciale a sostegno della teoria della relatività generale di Einstein. Le fonti fornite evidenziano la transizione da una visione mistica e religiosa delle eclissi a una comprensione scientifica di questi fenomeni celesti. Lo stesso tipo di transizione lo rivedremo accadere quando parleremo del ruolo della Luna nella cultura dalla letteratura antica ai videogiochi e i manga passando per la cultura pop moderna.

Ma un eclissi è fondamentalmente il risultato di un complicato meccanismo celeste. Vediamone alcuni dettagli.

 

Figura 14 - Panorama Saros-Inex. In questa rappresentazione delle eclissi sono stati posti sulle due dimensioni del grafico i cicli Saros e Inex rispettivamente nelle colonne e nelle righe. Ogni passo in verticale corrisponde all’intervallo di un Saros, quindi un lasso di tempo di 6585,32g, e un passo in orizzontale corrisponde all’intervallo di un Inex, quindi un lasso di tempo di 10'571,95g.
Credit: Courtesy of Fred Espenak, NASA’s Goddard Space Flight Center [24]

Perché un eclisse, solare o lunare, si verifichi è necessario che uno dei seguenti allineamenti sia perfetto o quasi.

L’eclissi di Sole si ha con la Luna in congiunzione e cioè quando Luna e Sole si trovano entro lo stesso campo visivo e quasi perfettamente lungo una retta. In questo caso la fase lunare è quella della Luna nuova quindi col lato visibile completamente in ombra.

L’eclissi di luna si ha invece con la Luna in opposizione e cioè quando Luna e Sole si trovano ai lati opposto della Terra. In questo caso la fase lunare è quella della Luna piena quindi col lato visibile della Luna completamente illuminato dal Sole.

Ma siccome il piano orbitale della Luna è, come abbiamo visto, inclinato rispetto a quello dell’orbita terreste noi non osserviamo due eclissi, una di sole e una di Luna ogni mese sinodico. La maggior parte delle volte in cui un nodo lunare è allineato in congiunzione o in opposizione (al Sole) la Luna si troverà un po’ troppo in alto o in basso e la sua ombra non si poserà sulla superficie terrestre. Perché un eclissi si verifichi dobbiamo quindi avere la Luna in congiunzione o in opposizione (2 volte ogni mese sino dico) nel momento in cui questa sta passando per uno dei nodi (2 volte ogni mese draconico). Le eclissi in fatti non sono eventi rari in assoluto. Ad essere raro è il fatto che un eclisse passi per lo stesso punto della Terra e ancor più raro che un eclisse uguale si ripeta sullo stesso punto della terra.

Qui entrano in gioco i cicli di Saros e l’Exleligmos. Siccome l’orbita lunare è eclittica non basta la combinazioni di mese sinodico e draconico perché si ripeta un eclissi uguale ma deve anche succedere che la Luna sia nello stesso punto rispetto agli apsidi e quindi entra in gioco anche il mese anomalistico. Ecco quindi la ragione per la quale un Saros dura  223 mesi sinodici, 239 mesi anomalistici o 242 mesi draconici. L’esprimere il ciclo di Saros in giorni anziché in mesi lunari rende il tutto più chiaro:

223 mesi sinodici

6585d 7h 43’

6585,3223d

239 mesi anomalistici

6585d 12h 54’

6585,5375d

242 mesi draconici

6585d 8h 35’

6585,3575d

Siccome  questi 3 cicli id mesi lunari non sono perfettamente commisurabili si ha un piccolo scarto che sul lungo periodo porta la Luna fuori dall’allineamento favorevole e il ciclo si chiude. Siccome però un Saros non dura un numero intero di giorni ma ha uno scarto di circa 8 ore due eclissi uguali si troveranno sfasate di 120° di longitudine verso ovest. 120° è un terzo di 360°, un angolo giro, e 8h è un terzo di 24h, un giorno. Perché l’eclissi, oltre che uguale, cada anche sulla stessa longitudine devono passare 3 Saros o un Exeligmos che corrisponde a 19’756 giorni.
In particolare è lo sfasamento della posizione del nodo a limitare le eclissi. Un eclissi di luna può avvenire in un intervallo di angoli compreso fra le posizioni in cui la Luna si trova entro i 17° dal nodo. Il ciclo comincia con dei passaggi nella penombra che eclissi dopo eclissi si spostano in latitudine per poi passare alla parziale copertura dall’ombra fino ad arrivare alle eclissi totali. Poi al contrario fino a che le eclissi cessano. Un eclissi di Sole può invece avvenire entro i 18° dal nodo e si sposta dal polo Sud al polo Nord quando il passaggio e nel nodo discendente. Queste eclissi avvengono nei cicli Saros di numero dispari. Viceversa per il passaggio nel nodo ascendente.

Figura 15 – Ogni eclisse sfasata di un Saros si ripete con la Luna nello stesso nodo, alla stessa distanza dalla terra e nello steso periodo dell’anno ma sfasata di 120°. Le eclissi avvengono in gruppi e migrano da un polo all’altro all’interno di un Saros.
Credit: Map illustration by Michael Zeiler, Paths of totality from eclipse calculator by Xavier Jubier, Eclipse predictions by Fred Espenak, NASA Goddard Space Flight Center [25]

Il ciclo Inex  corrisponde a

358 mesi sinodici

10’571g 22h 49’

10'571,9509d

388,5 mesi draconici

10’571g 22h 45’

10'571,9479d

Lo scarto di messo mese draconico fa si che due eclissi separate da un Inex avvengano su due nodi diversi. Il vantaggio del ciclo Inez sul più noto Saros è la differenza media fra 358 mesi sino dici e 388,5 mesi draconici è di coli 4 minuti contro i 52 di un Saros. E fra un Inez e l’altro lo spostamento del nodo è di +0,04° contro i -0,48° di un Saros. Questo fa si che un Inex duri 22’500 secoli contro i 1226 – 1550 di un Saros e possa contenere fino a 780 eclissi contro le 69 - 87 eclissi si un Saros [23 24].

Geologia lunare

Questo capitolo necessita di essere cominciato con un cenno storico: nonostante la Luna sia il corpo celeste più prossimo alla Terra ha continuato ad essere un mistero totale fino all’avvento dell’era spaziale, quindi la seconda metà del secolo scorso. La prima immagine del lato nascosto della Luna risale all’ottobre del 1959 ed è stata ripresa dalla sonda sovietica Lunik 3, da noi nota come Luna 3. La prima esplorazione spaziale della Luna è di pochissimo anteriore a quella data e risale al gennaio dello stesso anno: era la Lunik 1 la quale mancò di impattare sorvolando invece la Luna a circa 6000 km di quota.

A questa sonda va però riconosciuto il merito di aver serendipicamente rivelato per la prima volta il vento solare che fu poi riconosciuto come tale solo dopo l’acquisizione dei dati di Luna .

Al tempo, e ancora per più di un decennio, i sovietici erano pionieri dell’esplorazione spaziale; un primato che persero solo per la troppa ingerenza politica negli affari scientifici. Purtroppo una sfortunata usanza dell’impero sovietico che portò anche ad altri tragici epiloghi, ma questa è un’altra storia.

Figura 16 - Prima immagine del farside lunare ripresa dalla sonda Lunik 3 lanciata il 4 ottobre 1959. L’alone chiaro che è visibile poco sotto il centro della foto è un artefatto fotografico ce corrisponde al punto subsolare della Luna.
Credit e extra info: https://nssdc.gsfc.nasa.gov/imgcat/html/object_page/lu3_1.html

In pratica la generazione che è nata e cresciuta prima che l’umanità avesse avuto modo di poter osservare per intero la propria Luna è ancora in circolazione. Questo credo renda bene l’idea di quanto, storicamente, sia recente il processo scientifico conoscitivo ed esplorativo della nostra compagna grigia.

Il puntino nero in alto a destra nella foto del farside lunare della Lunik 3 è il Mare Moscoviense; l’unico mare lunare su quel lato del nostro satellite. Fra poco capiremo il perché questo fatto è importante. Il mare prende il nome dalla città russa Mosca alla quale è stato dedicato in onore del notevole traguardo scientifico raggiunto dall’agenzia spaziale sovietica.

 

Figura 17 - La Luna vista dalla terra nel momento della prima foto storica del suo lato nascosto. In quel momento la fase lunare era crescente da 5 giorni. Nell'angolo in alto a destra di vede il Mare Crisium che è visibile anche nella foto della Lunik 3.
Credit e extra info: https://svs.gsfc.nasa.gov/cgi-bin/details.cgi?aid=4109

Figura 18 Dettaglio a colori del Mare Moscoviense ripreso dalla missione Apollo 13. Il nome del file è AS13-60-8648
Credit:
https://www.lpi.usra.edu/resources/apollo/frame/?AS13-60-8648

 

Figura 19 Confronto fianco a fianco della prima fotografia in assoluto del lato nascosto della Luna, scattata da Luna 3, e una visualizzazione della stessa vista utilizzando i dati LRO. L'immagine del LRO include le linee di latitudine e longitudine a intervalli di 15 gradi.
Credit e extra info: https://svs.gsfc.nasa.gov/cgi-bin/details.cgi?aid=4109Se

Se si parla di geologia lunare non si può non citare due imponenti lavori.

1)      Il primo è una mappa gravimetrica completa della Luna, costruita a partire dai dati della missione GRAIL, che vanta diversi primati e traguardi scientifici di notevole importanza fra i quali:

·         È la mappa gravitazionale di un corpo celeste con la più alta risoluzione mai creata. La mappa ha permesso agli scienziati di studiare la struttura interna e la composizione della Luna con dettagli senza precedenti.

·         Ha mostrato che il campo gravitazionale della Luna è diverso da quello di qualsiasi altro pianeta terrestre nel nostro sistema solare. La mappa mostra un'abbondanza di caratteristiche mai viste prima in dettaglio, come strutture tettoniche, formazioni vulcaniche, anelli di bacino, picchi centrali di crateri e numerosi semplici crateri a forma di scodella. Questa è anche la ragione per la quale le orbite basse attorno alla Luna sono altamente instabili.

·         Ha mostrato che la crosta degli altopiani lunari ha una densità apparentemente inferiore a quanto si pensasse in precedenza. Questa bassa densità della crosta è coerente con i dati ottenuti durante le ultime missioni lunari Apollo all'inizio degli anni '70, indicando che i campioni locali restituiti dagli astronauti sono indicativi di processi globali.

·         Ha mostrato che lo spessore medio della crosta lunare è compreso tra 34 e 43 chilometri, ovvero circa 10-20 chilometri più sottile di quanto si pensasse in precedenza. Con questo spessore crostale, la composizione della massa della Luna è simile a quella della Terra. Questo supporta i modelli in cui la Luna deriva da materiali terrestri che sono stati espulsi durante un gigantesco evento di impatto all'inizio della storia del sistema solare.

·         Ha mostrato che sulla Luna esiste una popolazione di lunghe anomalie gravitazionali lineari, con lunghezze di centinaia di chilometri, che attraversano la superficie. Queste anomalie gravitazionali lineari indicano la presenza di dicchi, ovvero corpi lunghi, sottili e verticali di magma solidificato nel sottosuolo. I dicchi sono tra le caratteristiche più antiche della Luna e comprenderli ci parlerà della sua storia primitiva. I dicchi sono tra le caratteristiche più antiche della Luna. Una anomalia gravitazionale lineare interseca anche il bacino del Crisium sul lato vicino della Luna.

·         I dati indicano alcune differenze tra il lato nascosto della Luna e il suo lato visibile. Ad esempio, la mappa dello spessore crostale lunare derivata dai dati sulla gravità di GRAIL mostra che questo varia da un massimo di 60 chilometri negli altopiani del lato opposto a un minimo vicino allo zero all'interno dei bacini di impatto. In alcuni bacini, la crosta potrebbe effettivamente avere spessore zero, il che significa che il materiale del mantello è esposto in superficie. Questi bacini includono Crisium sul lato vicino e Moscoviense sul lato opposto, nonché un paio di piccoli crateri all'interno del bacino del polo sud-Aitken sul lato opposto. La mappa mostra anche stelle viola che indicano posizioni in cui l'orbiter Kaguya ha visto l'olivina, un minerale del mantello, esposta in superficie. Queste stelle viola si raggruppano vicino a Moscoviense, Crisium e quei piccoli crateri.

Figura 20 – Mappa gravitazionale della Luna prodotta dai dati della missione GRAIL. Le stelle viola indicano punti in cui l’olivina è esposta in superficie.

Credit: NASA / JPL / GSFC / MIT / IPGP

Figura 21 - Lo spessore della crosta lunare calcolato dalla missione GRAIL della NASA. Il lato più vicino è sul lato sinistro dell'immagine, mentre il lato più lontano è a destra.

Credit: NASA/JPL, S. Miljkovic

2)      Il secondo è un recente studio scientifico in cui è stata presentata la prima mappa geologica globale della Luna in scala 1:2.500.000. La mappa, creata da un team di ricercatori cinesi guidato da Jinzhu Ji, Dijun Guo e Jianzhong Liu, si basa su dati provenienti da missioni di esplorazione lunare cinesi e internazionali, tra cui il China Lunar Exploration Program (CLEP). Alcuni dei risulati più meritevoli di menzione di questo lavoro sono:

·         Caratterizzazione delle unità geologiche della Luna le quali possono  essere suddivise in unità esogeniche e unità endogeniche le quali comprendono:

Ø  Unità esogene (formate da processi esterni come gli impatti).

(1)    Materiali del cratere: comprendono materiali trovati in diverse parti dei crateri da impatto, tra cui picco centrale, pavimento, parete, ejecta continua ed ejecta discontinua. La mappa identifica i materiali di 6153 crateri da impatto datati e 1395 non datati.

(2)    Formazioni del bacino: i bacini da impatto, formati principalmente tra 4,3 e 3,8 Gya (miliardi di anni fa), sono strutture geologiche di primaria importanza sulla Luna. La mappa utilizza una nuova catalogazione di 81 bacini, classificandoli in base alle loro caratteristiche in proto-bacini, bacini con anello di picco, bacini multi-anello e il bacino SPA (South Pole-Aitken) come unico super-bacino. Le unità del bacino possono includere picco centrale, anello di picco, pavimento del bacino, parete del bacino, bordo del bacino ed ejecta del bacino.

(3)    Strutture formate in processi esogeni: questo gruppo include fratture da impatto, catene di crateri da impatto, crateri da impatto e bacini da impatto.

Ø  Unità endogene (formate da processi interni come l'attività vulcanica).

(1)    Litologie: i tipi di roccia endogeni sono suddivisi in tre gruppi: basalti di mare (cinque tipi), rocce non di mare (sette tipi) e affioramenti speciali (cinque tipi).

(2)    Strutture geologiche: includono faglie profonde, faglie superficiali, creste corrugate, rimae, grabens, fratture del pavimento del cratere, scarpate lobate, bocche vulcaniche, duomi e mascons (una concentrazione di materiale più denso sotto la superficie della luna o di un altro corpo celeste, che causa un aumento locale dell'attrazione gravitazionale).

Ø  Caratteristiche speciali

(1)    Questo gruppo comprende i luoghi di atterraggio delle missioni di esplorazione, i "Golden Spikes" cronostratigrafici, i punti di elevazione più alti e più bassi di ogni quadrante e i contatti geologici.

·         Sintesi Completa: La mappa fornisce una panoramica completa della geologia lunare, includendo informazioni su strati geologici, caratteristiche strutturali, litologie e cronologia.

·         Risorsa Fondamentale: Costituisce una risorsa fondamentale per la ricerca scientifica, la pianificazione dell'esplorazione e la selezione dei siti di atterraggio al fine di massimizzare il guadagno scientifico e la sicurezza di ogni missione.

·         Aggiornamento Necessario: Aggiorna le mappe precedenti, integrando i progressi scientifici e i dati raccolti dalle missioni lunari degli ultimi decenni.

·         Oltre a fornire una panoramica completa della geologia lunare, la mappa introduce una scala temporale geologica aggiornata che tiene conto dell'evoluzione dinamica della Luna e quindi del diverso peso dei contributi endogeni ed esogeni. Questa nuova scala temporale divide la storia lunare in tre fasi principali che dalla più antica alla più recente sono: Eolunariana, Paleolunariana e Neolunariana.

(1)    Fase 1: Solidificazione dell'oceano di magma. Questa fase è stata dominata da processi endogeni.

(2)    Fase 2: Effetti comparabili di processi endogeni ed esogeni. La formazione del bacino da impatto del Polo Sud-Aitken (SPA) a circa 4,3 miliardi di anni fa indica una transizione nelle dinamiche lunari. Durante questa fase, gli effetti dei processi endogeni (attività ignee, magmatismo e vulcanismo) ed esogeni (impatti di meteoriti) sono stati comparabili.

(3)    Fase 3: Dominanza dei processi esogeni. Con il raffreddamento della Luna, la portata dei processi endogeni è diminuita da circa 3,1-3,3 miliardi di anni fa e i prodotti magmatici sono diventati molto meno abbondanti rispetto ai periodi precedenti, mentre i crateri da impatto hanno continuato a formarsi sulla superficie lunare. Pertanto, i processi esogeni hanno dominato su quelli endogeni in questo periodo.

Questa scala temporale geologica aggiornata, che tiene conto della prospettiva dell'evoluzione dinamica, è fondamentale per rivelare la storia evolutiva della Luna attraverso le mappe geologiche. Sia la mappa che il relativo database geologico sono stati resi disponibili al pubblico, fornendo una risorsa preziosa per la ricerca scientifica e l'esplorazione lunare futura.

Per ridurre al minimo le distorsioni sono state utilizzate proiezioni diverse per i diversi quadranti a seconda della latitudine:

  • Proiezione di Mercatore: utilizzata per latitudini da 0° a 30° N/S.
  • Proiezione conica conforme di Lambert: utilizzata per latitudini da 30° a 65° N/S.
  • Proiezione stereografica polare: utilizzata per le regioni polari con latitudini da 65° a 90° N/S.

Figura 22 - La scala temporale lunare aggiornata.

Credit: Jinzhu Ji, Dijun Guo, Jianzhong Liu, Shengbo Chen, Zongcheng Ling, Xiaozhong Ding, Kunying Han, Jianping Chen, Weiming Cheng, Kai Zhu, Jingwen Liu, Juntao Wang, Jian Chen, Ziyuan Ouyang, The 1:2,500,000-scale geologic map of the global Moon, Science Bulletin, Volume 67, Issue 15, 2022, Pages 1544-1548, ISSN 2095-9273, https://doi.org/10.1016/j.scib.2022.05.021 (31)

Tettonica della Luna

Quando si parla di tettonica tutti, fatta eccezione per gli specialisti, pensano alla tettonica a placche ma questa non è l’unica tettonica possibile. Prima di andare oltre in questo discorso è necessario chiarire cosa è la tettonica. La tettonica è il modo in cui un corpo celeste dissipa il suo calore interno. La Terra durante la sua storia ha attraversato diversi regimi tettonici, alcuni dei quali sono oggigiorno ancora attivi su altri corpi quali ad esempio Io, la luna vulcanica gioviana, che è in una fase attiva ti tettonica heat-pike. La Luna è però un corpo a singola placca ma questo non significa che la sua superfici non presenti unità tettoniche differenziate.

Per la nostra biglia compagna ne contiamo 3 di primo ordine che sono (34):

1        L'unità tettonica dei Mari (Mare Tectonic Unit - MTU) che è costituita principalmente dai mari lunari, che sono vaste pianure basaltiche di colore scuro presenti in grande maggioranza sull’emisfero lunare a noi sempre visibile. Fra queste è di notevole interesse l’Oceanus Procellarum in quanto ne è ancora dibattuta l’origine endogena, quindi valli di t da cui sono effuse grandi quantità di basalti o esogena, quindi consequenziale ad un impatto. È curioso il fatto che gli stessi dati della missione GRAIL i quali evidenziano una serie di anomale gravitazionali positive (maggiore attrazione gravitazionale) di forma vagamente quadrata le quali vendono interpretati come una prova di entrambi i modelli. Ma anche questo è il bello della scienza.

2        L'unità tettonica degli altopiani (Highland Tectonic Unit - HTU) che è costituita dagli altopiani lunari, che sono più antichi e più chiari dei mari. Come abbiamo visto anche per la formazione di questa regione esistono diversi modelli. L'HTU può essere ulteriormente suddivisa in tre unità di secondo ordine:

a.      l'unità tettonica della pianura settentrionale (Northern Plain Tectonic Unit - NPTU),

b.      l'unità tettonica dell'altopiano anortositico (Anorthosite Highland Tectonic Unit - AHTU) e

c.      l'unità tettonica di transizione Mare-Highland (Mare-Highland Transition Tectonic Unit - MHTTU).

3        L'unità tettonica del South Pole-Aitken (South Pole-Aitken Tectonic Unit - SPATU) che coincide con il bacino di South Pole-Aitken (SPA), il più antico e grande bacino da impatto sulla Luna.

Figura 23 – Mappa tettonica della Luna.

CrRedit: Lu T, Zhu K, Chen S, Liu J, Ling Z, Ding X, Han K, Chen J, Cheng W, Lei D, et al. The 1:2,500,000-scale global tectonic map of the moon. Sci Bull. 2022;67(19):1962–1966. (35)

Cruciale per l’evoluzione tettonica della Luna su l’impatto che generò il bacino Aitken in quanto questo evento ha stabilito, al netto di un eventuale impatto con una luna gemella, la struttura delle tre unità tettoniche di primo ordine. Fra poco avremo modo di approfondire maggiormente questa straordinaria struttura lunare.

La letteratura scientifica ci racconta che l’evoluzione lunare può essere suddivisa in tre fasi principali, scandite da eventi geologici significativi:

1)      Fase 1: Evoluzione dell'oceano magmatico (4,52 - 4,3 miliardi di anni fa). Questa fase è caratterizzata dalla formazione di un oceano di magma globale a seguito dell'accrezione del materiale e del riscaldamento dovuto al decadimento radioattivo. Durante questa fase, la crosta lunare era estremamente calda e plastica, il che impediva la conservazione delle strutture superficiali. I processi endogeni, come la differenziazione del mantello e la cristallizzazione dell'oceano magmatico, hanno dominato questa fase.

2)      Fase 2: Formazione del bacino del Polo Sud-Aitken (SPA) e bombardamento pesante (4,3 - 3,0 miliardi di anni fa). La formazione del bacino SPA, il più antico e grande bacino da impatto sulla Luna, segna l'inizio di questa fase. Questo evento è indicativo del fatto che erano già avvenuti un raffreddamento e un consolidamento sufficienti della crosta lunare tali da preservare le strutture geologiche. Questa fase è caratterizzata dalla formazione di numerosi bacini da impatto di grandi dimensioni a seguito del bombardamento pesante tardivo, un periodo di intenso bombardamento meteorico. La fuoriuscita di basalto dai mari, principalmente tra 4 e 2,5 miliardi di anni fa, ha riempito molti di questi bacini da impatto, creando le caratteristiche scure che osserviamo oggi. E che, come vedremo fra poco, sono state diversamente interpretate da diverse culture in diverse parti del globo. Sia i processi endogeni (ad esempio, il magmatismo) che quelli esogeni (ad esempio, gli impatti) sono stati attivi durante questa fase, portando alla formazione di vari tipi di strutture tettoniche, tra cui faglie di spinta, dorsali corrugate e graben.

3)      Fase 3: Attività neotettonica tardiva (da 3 miliardi di anni fa ad oggi). Questa fase è caratterizzata da una significativa diminuzione dell'attività magmatica e dalla predominanza dei processi esogeni, principalmente impatti di dimensioni minori. Il magmatismo si è indebolito rapidamente dopo 3 miliardi di anni fa, con le rocce basaltiche più giovani risalenti a circa 1 miliardi di anni fa. Durante questa fase, si sono formate solo strutture di piccole e medie dimensioni, come piccoli crateri da impatto, scarpate lobate, strutture a cupola con fossato ad anello e chiazze irregolari di mari. La scoperta di strutture tettoniche molto giovani, come le scarpate di faglia di spinta su piccola scala, indica che la Luna potrebbe essere ancora tettonicamente attiva oggi, sebbene a un ritmo molto più lento rispetto al passato.

È importante notare che queste tre fasi rappresentano una semplificazione del complesso processo evolutivo lunare. La comprensione dettagliata dell'evoluzione lunare, compresi i meccanismi e le tempistiche precise di eventi specifici, è ancora oggetto di ricerca scientifica in corso.

Una menzione particolare la merita la distribuzione delle faglie sulla superficie della Luna perché questa ci racconta una stria interessante. Una storia di un satellite che di sta accartocciando. Col miglioramento delle tecnologie a bordo degli orbiter lunari ci siamo resi conto che la sua superficie lunare è ricca di faglie e scarpate. Molte di queste sono faglie inverse o da compressione indicano il fatto che il volume della Luna sta diminuendo a causa della contrazione isotropica dovuta al progressivo raffreddamento del satellite. L’orientamento di queste fagli non è però casuale o caotico come ci si aspetta in seguito ad una contrazione isotropica, che è cioè uguale in tutte le direzioni. Le faglie di spinta, evidenziate dalle scarpate, mostrano un modello di orientamento distinto: quelle polari tendono ad essere orientate più in direzione est-ovest, mentre quelle equatoriali tendono ad essere orientate più lungo la direttrice nord-sud. Questa scoperta deriva da ampi rilievi che utilizzano le immagini della Lunar Reconnaissance Orbiter Camera, che hanno rivelato una popolazione globalmente distribuita di oltre 3.500 scarpate di faglia. Sebbene il bias dell'illuminazione potrebbe essere un fattore fuorviante, l'ampia gamma di orientamenti osservati a tutte le latitudini suggerisce che l'azimut del sole non è il fattore di controllo primario che determina questi orientamenti (37) per cui devono essere in gioco anche processi non isotropici. Se la contrazione isotropica fosse l'unica forza, le sollecitazioni compressive principali orizzontali avrebbero uguale grandezza, risultando in faglie di spinta orientate casualmente.

Questi altri meccanismi che generano sollecitazioni su scala globale sono la recessione orbitale, il despinning, le maree terrestri, il carico di massa superficiale e la migrazione polare.

Ancora una volta ci troviamo di fronte a modelli parzialmente contrastanti per cui  modelli di evoluzione termica che iniziano con una Luna inizialmente fusa prevedono una diminuzione del raggio di ~16 km negli ultimi ~4 Gyr (miliardi di anni) mentre i modelli che iniziano con un oceano di magma superficiale spesso ~200 − 300 km prevedono una diminuzione del raggio inferiore di 1 km negli ultimi ~2 Gyr a causa del compromesso tra espansione delle regioni interne e contrazione delle regioni esterne.

Questa discordanza fra modelli non deve né allarmare né sfiduciare nei confronti della scienza. È un fatto normale che purtroppo viene quasi completamente trascurato sia dal sistema scolastico per i giovani che dalla totalità del mondo del giornalismo non specialistico.

 

Figura 24 -Diagramma schematico dell'evoluzione tettonica della Luna. Il lato destro è il sistema di classificazione della struttura lunare, le due ellissi superiori sono il diagramma schematico dell'evoluzione dell'unità tettonica, le righe colorate sono le scale temporali lunari aggiornate e la seguente tabella mostra la legenda utilizzata nella mappa tettonica in scala 1:2.500.000.

Credit: Lu T, Zhu K, Chen S, Liu J, Ling Z, Ding X, Han K, Chen J, Cheng W, Lei D, et al. The 1:2,500,000-scale global tectonic map of the moon. Sci Bull. 2022;67(19):1962–1966. (35)

South Pole Aitken

Figura 25 - Dall'interno verso l'esterno abbiamo lo SPACA, il Mgpyroxene Annulus, l'Heterogeneous Annulus e in fine lo SPA exterior.

Cedit: Wang, X., Head, J. W., Chen, Y., Zhao, F., Kreslavsky, M. A., Wilson, L., et al. (2024). Lunar farside South PoleAitken basin interior: Evidence for more extensive central cryptomaria in the South Pole Aitken compositional anomaly (SPACA). Journal of Geophysical Research: Planets, 129, e2023JE008176. https://doi.org/10. 1029/2023JE008176 (33).

Una menzione speciale la meritano il South Pole Aitken Basin (SPA) e le sue spettacolari e uniche anomalie come il South Pole Aitken Compositional Anomaly (SPACA). Lo SPA è il più grande bacino da impatto sulla Luna nonché uno dei più grandi nel sistema solare, situato, come è facile evincere dal nome, vicino al polo sud lunare sul lato nascosto del satellite è datato a circa 4 miliardi di anni fa, è cioè una delle più antiche strutture lunari e questo spiega perché la sua struttura a multianello è stata fortemente modificata e nascosta dagli aventi successivi.

La prima peculiarità dello SPA che salta all’occhio è la sua topografia, infatti esso contiene il punto più basso della superficie lunare a circa -9 km e poco lontano, sulla catena montuosa al suo confine alcune delle cime più alte a circa 8,5 km. La sua natura come bacino da impatto è incerta e lo si considera più probabilmente  un insieme di depositi di criptomari più estesi, ovvero eruzioni basaltiche che si sono verificate in precedenza e da allora sono state coperte da ejecta dagli altopiani a più alto albedo e da ejecta dei bacini che sono rilevabili solo come  dark-halo craters o crateri dall’alone scuro (DHCs), crateri fantasma e kipuka (o kīpuka) ovvero protuberanze topografiche attorno a pianure di tipo “alluvionale”. In questo caso non si fa riferimento a ere alluvioni in quanto la Luna non ha mai avuto un epoca umida ma a colate di lava che hanno riempito gli avvallamenti lasciando affiorare solo le cime dei rilievi topografici.

Un’altra peculiarità di questi criptomari è il loro spessore stimato come minimo ad un km e quindi molto superiore a quello dei mari giovani che si trovano nella stessa area che è invece stimato essere di 100 m. La stima è stata possibile grazie all’analisi dei materiali esposti dai crateri dei quali si può conoscere con ragionevole certezza la profondità anche solo a partire dal diametro. Il volume di questi criptomari è stimato in suggerendo quindi una non trascurabile attività eruttiva antica almeno in questa zona del lato nascosto della Luna.

Per finire lo SPA presenta alcune anomalie composizionali concentriche che dall’interno all’esterno sono:

1.      Lo SPACA. Questa zona è caratterizzata da una composizione superficiale unica, ricca di pirosseno ad alto contenuto di calcio (high-Ca pyroxene - HCP) e con un'albedo intermedia, più luminosa dei tipici mari lunari ma più scura degli altopiani lunari. Probabilmente si è formato durante un periodo di intenso bombardamento da impatto, che ha portato alla copertura dei depositi di basalto più scuri con materiale degli altopiani, facendogli assumere un aspetto più luminoso. Presenta inoltre una topografia relativamente piatta e liscia rispetto ai terreni circostanti e una carenza di grandi crateri, il che suggerisce un evento di riemersione su larga scala

2.      Il Mg-pirossene annulus (MA). Questa zona « anulare »  è caratterizzata da una predominanza di Mg-pirossene e circonda lo SPACA.

3.      L’annulus eterogeneo (HA). Questa zona è caratterizzata da una composizione mista di materiali, principalmente Mg-pirossene e materiali feldspatici. Posizionato più lontano dal centro del bacino rispetto all'Mg-pyroxene Annulus, l'Heterogeneus Annulus rappresenta una zona di transizione composizionale e si ipotizza che sia ciò che rimane di una mega-terrazza, una struttura geologica che si forma a seguito del collasso del bordo di un bacino d'impatto. Questa ipotesi è supportata dalla posizione e dalla composizione mista dell'Heterogeneus Annulus, che suggeriscono la sua formazione durante le fasi finali dell'evento di impatto che ha creato il bacino del SPA

4.      Lo SPA esteriore. Questa è la regione più esterna della SPA è presenta una predominanza feldspatica più simile agli altopiani circostanti.

 

L’esplorazione presente della Luna

Figura 26 - Earthrire, Scattata a bordo dell'Apollo 8 da Bill Anders, questa immagine iconica mostra la Terra che fa capolino da oltre la superficie lunare mentre la prima navicella spaziale con equipaggio circumnavigava la Luna, con a bordo gli astronauti Anders, Frank Borman e Jim Lovell.

Credit: NASA

Figura 27 - Earthrise, L'immagine è un fotogramma del filmato ripreso dalla KAGUYA HDTV (telecamera) il 6 aprile 2008 (JST).
La posizione sulla Luna è attorno al Polo Sud sul lato posteriore a una latitudine sud di 83 gradi o superiore. Si vedono il continente nordamericano della Terra in basso a sinistra sulla Terra e l'Oceano Pacifico al centro. (La parte superiore dell'immagine è il sud della Terra, quindi il continente nordamericano è visto capovolto.)

Credit: JAXA/NHK

Dalla missione sovietica Luna 17 col suo primo rover, il Lunokhod 1° ad oggi l’esplorazione lunare è enormemente progredita. Lo si evince dal colossale divario che separa le prime immagini del nostro satellite dalle mappe come quella di GRAIL e quella cinese appena mostrate. Eppure, nonostante questo grande avanzamento tecnologico raggiungere la Luna e farvici della scienza è ancora una sfida.

Per quanto riguarda l’esplorazione unmanned o robotica la grande novità di questi ultimi anni è il fatto che la Luna è finalmente accessibile per entità non governative quali università e aziende private. Ne sono alcuni esempi la Baresheet della Israel Aerspace Industries e della SpaceIL, la Peregrine Mission One della Astrobotic Technologies, la Hakuto-R della Ispace e la Nova-C della Intuitive Machines. Non tutte hanno avuto successo e in alcuni casi la missione è terminata con uno schianto sul suolo lunare ma anche solo il fatto che non fossero missioni governative è un fatto notevole in quanto si tratta di un vero e proprio cambio di paradigma dell’esplorazione spaziale. Parallelamente, e non a caso, nello stesso periodo abbiamo visto nascere anche compagnie private che hanno sviluppato nuovi lanciatori. Fra queste la più nota e fruttuosa è sicuramente la SpaceX e anche in questo caso il cambio di paradigma è evidente con una nuova generazione di lanciatori riutilizzabili.

Questo fiorire di missioni, di operatori e di lanciatori, così concentrati nel tempo non è un caso. La ragione va, in parte ricercata in un rinnovato interesse economico e politico. Non è un caso infatti che la Cina sia in testa a questa nuova corsa allo spazio, non solo con destinazione la Luna. L’interesse economico è indirizzato ad un eventuale, non celato, sfruttamento minerario e quello politico è, come al tempo delle missioni del programma Apollo, una questioni si supremazia tecnologica. Al tempo della guerra fredda il timore della supremazia militare e nello specifico di una supremazia missilistica atomica furono il motore primo della corsa allo spazio e alla Luna; oggi, più i generale e forti delle esperienze spaziali passate, si ha la consapevolezza che quello spaziale è un settore che spinge l’innovazione ai suoi limiti con tutte le ricadute che questo si porta dietro. In poche parole il settore della ricerca spaziale genera da un numero enorme di ricadute tecnologiche che impattano positivamente la vita quotidiana della persona comune e, grazie a questi brevetti e spinoff, un notevole guadagno per unità di denaro investitavi.

L’esplorazione futura della Luna

L’esplorazione prossima ventura della Luna si distinguerà per il ritorno degli esseri umani sulla sua superficie. Il più importante programma spaziale in merito è Artemis (UK /ˈɑː.tɪ.mɪs/; US /ˈɑːr.t̬ə.mɪs/) che prende il nome dalla divinità greca Artemide (ρτεμις, Ártemis), non a caso sorella di Apollo. Il progetto è faraonico e, per quanto non si ancora strato del tutto definito, prevede una base lunare permanente e una stazione in orbita cislunare. Eventualmente si vorrebbero utilizzare le basi lunari al suolo e in orbita come punto di partenza intermedio per dirigersi su Marte. Il progetto non è esente da critiche e ad oggi solo la prima fase, un sorvolo della Luna senza equipaggio, è stata portata a termine ma nonostante questo si è visto un fiorire di collaborazioni e di nuove idee e tecnologie come non se ne vedevano da molto tempo.

La luna nella Cultura pop

La Luna compare nelle opere di fantasia da tempo immemore, come abbiamo già visto ha avuto un ruolo in molti miti antichi ed è spesso stata legata alle religioni che ne hanno sfruttato le regolarità al fine di calendarizzare le proprie occorrenze. Ma la Luna ha giocato un ruolo molto più ampio all’interno delle opere di fantasia propriamente dette.

Il ruolo della luna nelle opere letterarie, teatrali, cinematografiche e musicali si è evoluto nel corso della storia riflettendo le mutevoli conoscenze scientifiche, tuttavia la fascinazione dell'umanità per questo corpo celeste non è mutata nel tempo. A mutare è stato semmai il suo ruolo nelle varie opere.

  • Prima dell’adozione del telescopio come sturamento scientifico (prima del 1608), la luna era spesso rappresentata come un luogo misterioso e fantastico.
    • Ad esempio, nel racconto popolare giapponese del X secolo "La storia del tagliatore di bambù", la Luna è la dimora della Principessa Splendente, che alla fine vi fa ritorno lasciando la Terra.
    • Questa rappresentazione della luna come un mondo abitato, seppur intriso di elementi fantastici, anticipa le future esplorazioni narrative di questo tema.
    • Un altro esempio è l'Orlando Furioso di Ludovico Ariosto (1516), dove la Luna è il luogo in cui si ritrovano le cose perdute sulla Terra, tra cui la ragione del protagonista.
  • Con l'avvento del telescopio nel XVII secolo, la percezione della luna iniziò a cambiare.
    • Le opere di questo periodo riflettono l'accresciuta consapevolezza scientifica ma anche il perdurare dell'immaginario fantastico legato alla Luna.
    • Opere come "Somnium" di Johannes Kepler (1634) e "L'uomo sulla Luna" di Francis Godwin (1638) immaginano viaggi lunari fantastici, aprendo la strada alla fantascienza.
    • Queste opere, pur incorporando elementi scientifici, mantengono un forte legame con la fantasia, immaginando creature fantastiche e mondi lunari immaginari.
  • Dalla fine del XIX secolo, con il progredire della scienza e l'affermarsi della fantascienza, la Luna divenne un obiettivo concreto per l'esplorazione umana.
    • Le storie di questo periodo si concentrano spesso su viaggi spaziali realistici, atterraggi sulla Luna e sulla possibilità di vita extraterrestre.
    • Un esempio significativo è "La guerra dei mondi" di H.G. Wells (1898), che, pur ambientata su Marte, riflette l'ansia dell'epoca per le possibili minacce provenienti dallo spazio.
  • Dopo l'allunaggio dell'Apollo 11 nel 1969, la narrativa ha spostato la sua attenzione sulla colonizzazione lunare, le società lunari e le conseguenze dell'esplorazione spaziale.
    • Opere come "La Luna è una severa maestra" di Robert A. Heinlein (1966) e "Steel Beach" di John Varley (1992) esplorano le sfide e le opportunità di una presenza umana permanente sulla luna.
  • La luna continua a ispirare opere di fantasia e fantascienza, offrendo uno sfondo versatile per esplorare temi sociali, politici e filosofici.
    • La serie anime e manga "Sailor Moon", creata da Naoko Takeuchi nel 1991, integra la Luna nella sua mitologia, collegandola al passato del Regno Lunare e ai poteri della protagonista. Il nome umano dell'omonima Sailor Moon è Usagi Tsukino, un gioco di parole su 月のうさぎ (Rom. Tsuki no usagi), che significa Coniglio Lunare in giapponese.  Il nome di sua figlia, Chibiusa, significa piccolo coniglio. La ragione di questo è il coniglio lunare che è una figura immaginaria vista nelle macchie scure (i mari) della Luna da diverse culture, in particolare dell’est asiatico
    • La serie combina elementi di mitologia classica, cultura giapponese e immaginario fantascientifico, creando un universo in cui la luna ha un ruolo simbolico e narrativo significativo.

In definitiva, il ruolo della luna nelle opere è passato da un'entità misteriosa e fantastica a un luogo da esplorare, colonizzare e integrare nella cultura umana, riflettendo la costante evoluzione della nostra comprensione e del nostro rapporto con l'universo.

Ecco i riferimenti moderni al coniglio lunare in vari campi come l'esplorazione spaziale, l'arte, la letteratura e i videogiochi:

  • Esplorazione spaziale

Ø  Il rover lunare cinese, Yutu, che è atterrato sulla Luna il 14 dicembre 2013, è stato chiamato come il coniglio di giada, a seguito di un sondaggio online. Yutu è stato seguito da un secondo rover, Yutu-2, che è stato impiegato sul lato opposto della Luna il 3 gennaio 2019.

Ø  Il coniglio lunare è stato oggetto di una conversazione umoristica tra il controllo missione della NASA e l'equipaggio dell'Apollo 11.

Houston: Among the large headlines concerning Apollo this morning, is one asking that you watch for a lovely girl with a big rabbit. An ancient legend says a beautiful Chinese girl called Chang-E has been living there for 4,000 years. It seems she was banished to the Moon because she stole the pill of immortality from her husband. You might also look for her companion, a large Chinese rabbit, who is easy to spot since he is always standing on his hind feet in the shade of a cinnamon tree. The name of the rabbit is not reported.

·         Michael Collins: Okay. We'll keep a close eye out for the bunny girl.

 

Ø  Fumetti e animazione

§  L'antagonista centrale dell'arco finale di Naruto, Kaguya Ōtsutsuki, è parzialmente basato sul coniglio lunare, secondo il quale si può vedere un coniglio nei segni della Luna, che prepara l'elisir di lunga vita per la Dea della Luna.

§  Il tema del coniglio lunare fa la sua comparsa nella sezione "Legend of the Stars" del manga Kamen Rider Spirits, raccontata da Sergei Koribanof a suo figlio Masim.

§  Nell'animazione di Dragon Ball, Son Goku combatte contro la Rabbit Gang e risolve il problema presentato nell'episodio portando il capo nemico, Monster Carrot, un coniglio antropomorfo che trasforma chiunque tocchi in una carota, e i suoi compagni umani, sulla Luna, dove vengono visti mentre pestano la miscela di torta di riso.

§  Nell'anime Problem Children Are Coming from Another World, Aren't They?, il personaggio Black Rabbit è un coniglio lunare, con diversi riferimenti alle leggende.

§  Nel film Over the Moon, c'è un coniglio chiamato 'Jade' ed è il compagno della dea Chang'e. Anche il coniglio è verde come la giada.

§  Nel manga Thus Spoke Kishibe Rohan - Episode 4: The Harvest Moon una creatura soprannaturale di nome Il Coniglio Lunare (月の兎 Tsuki no Usagi) è responsabile della maledizione della famiglia Mochizuki.

§  Nell'anime Saint Seiya episodio 60 Shiryu ricorda una vecchia favola di un coniglio che sacrifica la sua vita per salvare un viaggiatore, e assomiglia al destino di Shun di Andromeda, che ha sacrificato la sua vita per salvare il suo popolo.

§  Nel webcomic coreano The God of Highschool il coniglio lunare è uno dei quattro pilastri del destino.

§  L'anime giapponese Madö King Granzört ha personaggi che sono umanoidi con orecchie di coniglio e sono originari della Luna.

§  Nell'anime My Hero Academia, Rumi Usagiyama è un'eroina con il quirk del coniglio. I nomi dei suoi attacchi finali iniziano tutti con la parola "Luna".

§  In One Piece, un personaggio coniglio che viaggia con i Pirati di Cappello di Paglia di nome Carrot può trasformarsi in un coniglio 'Sulong' con lunghi capelli e coda guardando la luna piena.

§  In Sagwa, the Chinese Siamese Cat c'è un episodio chiamato "The Jade Rabbit" dove Sagwa e Fu-Fu si immaginano all'interno di una variazione della storia del personaggio che è un coniglio verde giada che lavora facendo torte lunari per un tiranno dopo essere stato separato dal suo amico che è la Principessa della Luna.

Ø  Letteratura

§  In una scena del romanzo cinese del XVI secolo, Viaggio in Occidente, Sun Wukong combatte il Coniglio Lunare.

§  Douglas Wood ha scritto Rabbit and the Moon (1998), un adattamento della leggenda Cree.

Ø  Televisione live-action

§  Il kaiju Lunaticks è basato sul Coniglio Lunare. Appare nella serie Tokusatsu, Ultraman Ace come uno dei "Mostri Terribili" della serie sotto il comando del suo principale antagonista, Yapool. La connessione di Lunaticks con il Coniglio Lunare è ulteriormente evidenziata quando viene rivelato che è stato responsabile dell'aver prosciugato la Luna del suo magma (che era anche la casa di uno dei co-conduttori di Ace, Yuko Minami), trasformandola in una terra desolata e sterile.

§  Nella serie TV cinese You Are My Glory, il nome del personaggio principale, Yu Tu, è un gioco di parole su Yutu, il nome cinese del coniglio lunare. Anche il rover lunare Yutu è menzionato più volte nello show.

Ø  Musica

§  Il gruppo di musica elettronica americano, Rabbit in the Moon, fondato nel 1991, prende il nome da questa leggenda.

§  Il cantante/compositore Cosmo Sheldrake fa riferimento al coniglio nella luna nella loro canzone "The Moss".

§  La band tedesca, Tarwater, ha pubblicato gli album Rabbit Moon e Rabbit Moon Revisited.

§  Il gruppo emo americano, Jets to Brazil, ha una canzone "Perfecting Loneliness" che contiene la registrazione dell'Apollo che discute la leggenda.

§  La band britannica Happy Graveyard Orchestra ha pubblicato "The Moon Rabbit", una mini suite ispirata al folklore, nel 2015.

§  La band italiana, Moonlight Haze, ha una canzone "The Rabbit of the Moon", ispirata alla leggenda giapponese.

§  Il musicista inglese David Bowie indossava una tuta che ritraeva conigli lunari disegnata da Kansai Yamamoto durante il suo Ziggy Stardust Tour.

§  La cantautrice americana Clairo fa riferimento a "the rabbit moon" nella sua canzone, Reaper.

§  La boy band coreana, Big Bang fa riferimento alla storia del coniglio sulla luna nel loro video musicale "Still Life".

§  La canzone Telugu 'Chandrullo unde kundelu' del film Nuvvostanante Nenoddantana fa riferimento al coniglio sulla luna.

Ø  Palcoscenico

§  Il coniglio nella Luna è un tema importante nel musical del 2011, South Street, con il coniglio che appare in modo prominente nell'orologio lunare nel bar di Sammy, e al personaggio principale viene consigliato di "Guardare al coniglio" per ispirazione.

Ø  Videogiochi

§  Molti videogiochi hanno personaggi principali basati sul racconto, tra cui Reisen Udongein Inaba e gli altri Lunariani (alcuni dei quali pestano il mochi lunare per farne una medicina magica) della serie Touhou Project, i Broodals di Super Mario Odyssey, e Chang'e e il Coniglio di Giada/Coniglio Lunare sono presenti come personaggi giocabili nel videogioco Smite. In Final Fantasy IV, i miti servono come ispirazione per una razza di abitanti umanoidi della Luna simili a conigli chiamati Hummingways che, a loro volta, sono l'ispirazione per la razza Loporrit in Final Fantasy XIV: Endwalker, anch'essa ispirata ai conigli lunari. Secondo Morio Kishimoto, la trama di Sonic Frontiers è stata ispirata dal racconto.

§  Il Coniglio di Giada è il nome di un fucile da scout nella serie di giochi Destiny. In Destiny 2, i giocatori possono visitare la Luna e trovare statue in miniatura di bambole di coniglio di giada in stile chibi che accettano offerte di torta di riso.

§  Un Moon Rabbit Cookie è stato aggiunto a Cookie Run: Kingdom il 17 settembre 2021. Questo personaggio era originariamente di LINE/Kakao Cookie Run. Sono apparsi anche in Cookie Run: Ovenbreak.

§  Il Moon Rabbit Dragon è un drago nel gioco di allevamento di draghi Dragon Mania Legends.

§  I conigli lunari giocano un ruolo importante nel gioco indie To The Moon in cui uno dei personaggi principali, River Wyles, realizza costantemente conigli origami durante il gioco. Un coniglio origami è blu e giallo, in riferimento a un evento all'interno del gioco in cui un giovane River Wyles si riferisce alla luna come allo stomaco di un coniglio con le costellazioni intorno che formano la testa, le orecchie e le zampe. Il termine Coniglio Lunare può essere preso più letteralmente nel gioco, anche se potrebbe comunque riferirsi alla mitologia che c'è dietro.

§  I personaggi Ubisoft "Rabbids" nella tradizione si dice che provengano dalla luna, mostrando la relazione tra conigli e la luna.

§  Zero Escape: Virtue's Last Reward presenta un coniglio come mascotte principale e supervisore del gioco Nonary, noto come Zero III. Zero III può essere visto indossare abiti tradizionali cinesi che potrebbero essere un riferimento a Chang'e e ai Conigli Lunari poiché verso la fine del gioco, si scopre che la struttura in cui i personaggi sono rinchiusi si trova sulla luna.

§  Animal Crossing: New Horizons ha un abitante coniglio di nome Ruby la cui casa è a tema spaziale e presenta una grande luna in modo prominente.

“Outcipit” che è un incipit.

In conclusione non si può non menzionare il fatto che è grazie alla Luna che noi oggi possiamo essere qui ad interrogarci e meravigliarci per essa; la luna ha infatti avuto più di un impatto positivo sullo sviluppo della vita. Vediamone gli esempi principali:

·         L'impatto che ha formato la Luna ha svolto un ruolo significativo nella creazione di un ambiente favorevole alla vita sulla Terra. L'impatto ha convertito il carbonio presente sulla Terra in anidride carbonica (CO2), che è diventata un substrato fondamentale per la sintesi organica. Questo evento ha portato a un'atmosfera ricca di CO2, che alla fine si è dissolta negli oceani, rendendoli leggermente acidi. Questa CO2 disciolta era quindi disponibile per reagire con i catalizzatori dei metalli di transizione nella crosta terrestre, portando infine alla creazione di composti organici.  Questi composti organici costituiscono la spina dorsale del metabolismo microbico, essenziale per la vita. L'impatto che ha formato la Luna ha essenzialmente convertito il carbonio, originariamente presente anche sotto forma di idrocarburi policiclici aromatici inerti (IPA), in una forma pura, pulita e accessibile (CO2) per dare il via alla vita (30).

·         Oltre questo al sua mera presenza ha contribuito a stabilizzare i moti della Terra favorendo un ambiente stabilmente favorevole alla vita senza il quale, forse, non si sarebbe mai arrivati a forme di vita complesse come la nostra.

·         Un ultimo punto ma non meno importante ci arriva da un campo di studi portato avanti con passione da Carlo Doglioni (Presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia - INGV). Una tettonica attiva è oggi considerata un fattore un fattore probiotico per un corpo celeste. La tettonica terrestre, nello specifico quella a placche, pare essere influenzata dal moto orbitale del suo satellite il quale, grazia agli effetti di marea che causa sulla crosta terrestre, “guida” il moto delle placche lungo una direzione e un verso preferenziali. La deriva dei continenti è infatti stata, e sarà in futuro, un grande motore dall’evoluzione in quanto crea e distrugge gli habitat e influenza il clima su larga scala.

Figura 28 - Il flusso delle placche e il suo equatore tettonico hanno un'inclinazione che è vicina al piano dell'eclittica più il piano di rivoluzione della Luna (circa 29°) e imita l'angolo della proiezione della Luna sulla Terra. A destra, l'equatore tettonico rappresenta la bisettrice dell'attuale equatore geografico e l'inclinazione dell'equatore in 13.000 anni dovuta alla precessione dell'asse terrestre.

Credit: Davide Zaccagnino, Francesco Vespe, Carlo Doglioni, Tidal modulation of plate motions, Earth-Science Reviews, Volume 205, 2020, 103179, ISSN 0012-8252, https://doi.org/10.1016/j.earscirev.2020.103179. (36).

Elogio alla scienza.

Arrivati a questo punto vorrei spendere due parole per elogiare quel monumento che è il metodo scientifico. Durante questo excursus sulla nostra compagna di avventure cosmiche spero sia risultato chiaro come ogni lavoro scientifico si regge sul lavoro di altri ricercatori, spesso di altri campi di specializzazione, e di come tutta la costruzione del sapere scientifico che ho appena definito “monumento” è il risultato di un enorme gioco di squadra in cui anche chi cerca di demolire (falsificare) i tuoi modelli gioca dalla tua stessa parte; che in fin dei conti è la parte di tutti noi umani perché di quel sapere, per quanto ci possa sembrare astratto o lontano dalla quotidianità, ne usufruiamo tutti a prescindere da quella che è la nostra opinione o il nostro ruolo nella sua edificazione.

Fonti, letture correlate e consigliate.

  1. Bel Paese» Storia di questa espressione - https://accademiadellacrusca.it/Media?c=64f7a268-6b5c-41f8-b701-0c2b2666e10c
  2.  Kamalu, Chukwunyere. 2021. “THE ISHANGO BONE: The World's First Known Mathematical Sieve and Table of the Small Prime Numbers.” AfricArXiv. February 28. doi:10.31730/osf.io/6z2yr. (preprint)
  3. arXiv:1204.1019 (preprint)
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